Era Len Sassaman l’uomo dietro Satoshi Nakamoto?

Andrea Belvedere
8 min readOct 5, 2024

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La storia di Bitcoin è avvolta nel mistero, incentrata sulla figura enigmatica di Satoshi Nakamoto, il suo creatore. Eppure, tra le numerose speculazioni sull’identità di Nakamoto, un nome emerge con forza: Len Sassaman, un pioniere della crittografia e attivista per la privacy. Ma chi era davvero Len Sassaman, e perché molti lo considerano il possibile creatore della prima criptovaluta decentralizzata al mondo?

Il mistero di Satoshi Nakamoto

Satoshi Nakamoto è l’alias dietro la creazione di Bitcoin, dal suo annuncio nel 2008 fino al suo ritiro nel 2011, nessuno ha mai scoperto chi si cela dietro questo pseudonimo. Le teorie si sono susseguite negli anni, ma con pochissime prove concrete. Ma uno dei candidati più interessanti è Len Sassaman, morto nel 2011, lo stesso anno in cui Nakamoto ha smesso di comunicare.

Questa coincidenza ha alimentato speculazioni sul fatto che Sassaman potesse essere Nakamoto.

L’ eredità di Len Sassaman

Len Sassaman è stato una figura di spicco nella comunità cypherpunk, un movimento che ha posto le basi per la rivoluzione della privacy e della crittografia digitale. Sassaman ha contribuito a sviluppare strumenti fondamentali per la sicurezza online, come il sistema di anonimizzazione Mixmaster e il software di crittografia Pretty Good Privacy (PGP).

Sin da giovane, Len Sassaman era convinto che l’internet dovesse essere protetto dagli occhi indiscreti. Fu così che durante i suoi anni universitari contribuì alla creazione di Mixmaster, un sistema di anonimizzazione delle email progettato per nascondere l’identità dei mittenti. Ma questo era solo l’inizio del suo contributo al mondo della crittografia.

Mixmaster è un sistema di anonimizzazione per email che fa parte dei cosiddetti “remailer” di tipo mix (o mixnet). È stato progettato per rendere estremamente difficile risalire all’identità del mittente di un’email, garantendo un alto livello di privacy. La caratteristica distintiva di Mixmaster è l’utilizzo di vari passaggi e tecniche crittografiche per nascondere i metadati delle comunicazioni.

Remailer di Tipo 3: Mixmaster è uno dei remailer più avanzati, conosciuti anche come “Type III Remailer”. Rispetto ai remailer di tipo precedente, Mixmaster ha migliorato la sicurezza e reso più difficile identificare il mittente originale.

Con una carriera impressionante nella crittografia, Sassaman era perfettamente posizionato per contribuire a un progetto rivoluzionario come Bitcoin.

Le circostanze della sua morte, avvenuta nel luglio 2011, coincidono con il momento in cui Nakamoto ha interrotto bruscamente ogni comunicazione. Questa sincronia temporale, insieme alla profonda conoscenza di Sassaman nella crittografia e nel movimento cypherpunk, ha portato alcuni a ipotizzare che potesse essere lui il creatore di Bitcoin

https://news.ycombinator.com/item?id=28814469

La ricerca di Len Sassaman e il mistero di Satoshi Nakamoto

Nel mondo della crittografia e della privacy, pochi nomi risaltano quanto quello di Len Sassaman, una figura centrale nel campo della crittografia finanziaria e della privacy online fino alla sua prematura scomparsa nel 2011. Len, con un impressionante bagaglio di 45 pubblicazioni e numerose posizioni in comitati di conferenze, era un uomo con una missione chiara: sviluppare tecnologie di miglioramento della privacy che potessero essere applicate nel mondo reale.

Tuttavia, il suo lascito non riguarda solo la sua straordinaria carriera. È il potenziale collegamento con uno dei più grandi misteri dell’era digitale che lo rende una figura così affascinante: la sua possibile connessione con Satoshi Nakamoto, l’anonimo creatore di Bitcoin.

Len Sassaman è stato un pioniere della privacy online. IIl suo progetto principale, il Pynchon Gate, sviluppato con l’aiuto di Bram Cohen, era una sofisticata evoluzione della tecnologia dei remailer. Era progettato per consentire il recupero di informazioni pseudonime senza la necessità di una terza parte fidata. Sassaman voleva soluzioni pratiche, con codice funzionante e applicabilità nel mondo reale. Con il progredire del lavoro sul Pynchon Gate, Len si concentrò su uno dei problemi più complessi nel calcolo distribuito: la tolleranza ai guasti bizantini.

Questo progetto non era solo teorico: Sassaman voleva soluzioni pratiche, con codice funzionante e applicabilità nel mondo reale. Eppure, il Pynchon Gate era solo l’inizio.

Con il progredire del lavoro sul Pynchon Gate, Len si concentrò su uno dei problemi più complessi nel calcolo distribuito: la Byzantine Fault Tolerance, o tolleranza ai guasti bizantini. Questa sfida, nota come il “Problema dei Generali Bizantini”, rappresentava un ostacolo critico per le reti peer-to-peer (P2P) precedenti e fu un nodo centrale da risolvere per garantire una criptovaluta decentralizzata e sicura come Bitcoin.

La tolleranza ai guasti Bizantini: un problema cruciale

Il problema bizantino si riferisce alla difficoltà di raggiungere un consenso affidabile in un sistema distribuito quando alcuni nodi possono essere compromessi o agire in modo inaffidabile. Prima della creazione di Bitcoin, questa sfida aveva ostacolato la realizzazione di sistemi di valuta digitale sicuri, poiché la possibilità di “spesa doppia” era una minaccia costante. La soluzione innovativa di Satoshi Nakamoto a questo problema, attraverso il sistema di contabilità con la blockchain, ha cambiato tutto.

Tuttavia, mentre Bitcoin viene spesso visto come un’invenzione autonoma, il lavoro di Sassaman sulla tolleranza ai guasti bizantini e il suo focus sulla sicurezza nelle reti P2P hanno gettato alcune fondamenta teoriche su cui Bitcoin potrebbe essersi basato.

indizi …

Un elemento intrigante emerge analizzando le connessioni tra Len Sassaman e Satoshi Nakamoto. Alcuni indizi suggeriscono che Satoshi potrebbe essere stato un accademico, forse addirittura qualcuno con stretti legami con il mondo della crittografia finanziaria e della sicurezza informatica. Gavin Andersen, uno dei principali sostenitori di Bitcoin, ha speculato che Satoshi fosse un accademico, notando che i contributi al codice di Bitcoin aumentavano durante le vacanze scolastiche e universitarie, mentre diminuivano durante i periodi di esami.

https://coinmarketcap.com/academy/article/satoshi-files-gavin-andresen

https://academy.bit2me.com/it/chi-%C3%A8-Gavin-Andresen/

Ci sono altre prove che suggeriscono una connessione accademica: il codice di Bitcoin, descritto come “brillante ma sciatto”, non seguiva alcune convenzioni standard come i test unitari, ma mostrava una profonda conoscenza della crittografia e un’architettura di sicurezza all’avanguardia. Questo tipo di approccio sembra provenire da qualcuno con un forte background accademico, qualcuno che potrebbe aver preferito la teoria e l’innovazione alla perfezione ingegneristica. Len Sassaman, con la sua vasta esperienza nella crittografia accademica e il suo contributo a progetti di sicurezza, sembra adattarsi a questo profilo.

Paradosso geografico

La questione della residenza di Satoshi Nakamoto ha da sempre intrigato i ricercatori. Mentre molti indizi indicano che Satoshi fosse europeo, la sua comprensione e l’influenza culturale della comunità Cypherpunk, largamente americana, sembrano contrastare con questa ipotesi. Len Sassaman, un cittadino americano che viveva in Belgio e lavorava presso il COSIC a Leuven, potrebbe rappresentare la soluzione a questo enigma. Sassaman utilizzava spesso l’inglese britannico nei suoi scritti, nonostante fosse americano, e il suo orario di attività online corrispondeva strettamente a quello di Satoshi.

https://www.newyorker.com/magazine/2011/10/10/the-crypto-currency

Inoltre, la prova del Genesis Block di Bitcoin, che includeva un titolo del quotidiano britannico “The Times”, sembra puntare a qualcuno con accesso fisico a quella pubblicazione nel Regno Unito o in Europa. È interessante notare come The Times fosse uno dei quotidiani più utilizzati dagli studiosi presso le biblioteche universitarie europee, inclusa quella di Leuven.

The Times 03/Gen/2009 Il cancelliere sull’orlo del secondo salvataggio per le banche

Ancora una traccia …

Un altro dettaglio intrigante riguarda la connessione tra Len Sassaman e Dan Kaminsky, un ricercatore di sicurezza di fama mondiale. Kaminsky, dopo aver esaminato il codice di Bitcoin, si rese conto che Satoshi aveva previsto e risolto in anticipo molte delle vulnerabilità che Kaminsky stesso aveva identificato.

Questo livello di preparazione e sofisticazione suggerisce una mente brillante, con una profonda conoscenza della sicurezza informatica. Non è una coincidenza che Sassaman e Kaminsky abbiano co-scritto un articolo accademico su metodi di attacco alle infrastrutture a chiave pubblica, un campo strettamente correlato alla sicurezza di Bitcoin. L’articolo descriveva tecniche avanzate per individuare vulnerabilità nei sistemi crittografici, contribuendo a migliorare la resilienza delle infrastrutture di sicurezza.

Teoria …

L’idea che Len Sassaman possa essere stato Satoshi Nakamoto è affascinante, ma rimane irrisolta. I paralleli tra la sua ricerca e le innovazioni di Bitcoin sono molti: la sua esperienza con i problemi bizantini, la sua stretta connessione con la comunità Cypherpunk, e il suo stile di vita e orario di lavoro che corrispondono a quelli di Satoshi.

Tuttavia, come accade con molti misteri, potrebbero esserci delle spiegazioni alternative. Forse Len ha contribuito al progetto in modi non ancora riconosciuti, o forse era semplicemente un altro membro della comunità crittografica che ha ispirato il creatore di Bitcoin. Ciò che rimane certo è che il suo contributo alla crittografia e alla privacy ha lasciato un’impronta duratura, indipendentemente dal fatto che sia stato o meno il misterioso Satoshi Nakamoto.

La questione su chi sia veramente Satoshi Nakamoto potrebbe non trovare mai una risposta definitiva. Tuttavia, l’influenza di Len Sassaman nel campo della crittografia e il suo coinvolgimento con la comunità cypherpunk ci portano a riflettere su quanto il suo lavoro abbia effettivamente contribuito alla nascita di Bitcoin. Che sia stato il creatore o una fonte di ispirazione cruciale, Sassaman ha lasciato un’impronta indelebile nel mondo della privacy digitale, alimentando la speranza che un futuro più libero e sicuro sia possibile grazie alla crittografia. In questo intricato gioco di speculazioni, Len Sassaman rappresenta il simbolo della resilienza e del potenziale umano nella lotta per la libertà digitale.

L’imminente documentario di HBO promette di far luce su questo mistero e, forse, di rivelare finalmente il volto dietro il creatore di Bitcoin. Fino ad allora, continueremo a chiederci: è davvero Len Sassaman l’uomo dietro il mito?

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Written by Andrea Belvedere

Tech Writer at New Technology, Blockchain & AI. From Italy

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